SASKIA
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Calzolaia
Prima di conoscere Saskia, molte volte ho preso deliberatamente la stradina stretta in cui si trova il suo laboratorio, rallentando il mio passo per avere il tempo di spiare, attraverso le vetrine, i rituali a me sconosciuti della creazione artigianale.

Uno spazio pieno di scarpe da uomo, eleganti, semplici, raffinate nella loro essenzialità e presenza scenica; e tanti piccoli strumenti da lavoro, ognuno con una sua vita, in paziente attesa sul tavolo o fra le mani di Saskia.

E nella mia testa sempre tante domande, sospese silenziosamente nell'aria.

Un paio di mesi fa mi sono quindi deciso di bussare alla porta del laboratorio: una donna dai capelli rossi, che fino a quel momento avevo visto molte volte dietro al vetro, mi ha accolto senza indugi nel suo magico mondo. Una donna, anche se lo sguardo e l'energia sono quelli di una eterna ragazzina. Con un sorriso contagioso, mi chiede di chiamarla utilizzando solo il suo cognome perchè, così mi dice, non si è mai identificata con il suo nome.

Davanti ad una tisana profumata e speziata ed immersi nei colori e negli odori del negozio-laboratorio, Saskia inizia a raccontarmi la sua storia, mentre sta cucendo una scarpa...
Vivo a Firenze da 25 anni. Lunghi 25 anni che sono volati come un attimo.
Per me Firenze è un luogo controverso. Il centro della città trabocca di architetture medievali e rinascimentali, strade strette che non hanno visto la luce del sole per secoli e musei che raccontano soprattutto l'arte del passato. Ultimamente non mancano, ad essere onesta, esposizioni di arte contemporanea, ma spesso ho la sensazione che qui a Firenze il tempo si sia fermato. E quando questo mio sentire diventa insopportabilmente soffocante corro a Londra, anzi ci correvo prima del 2020, per poter scegliere fra più proposte di arte contemporanea e per ammirare stili architettonici più recenti. Londra è un ottimo esempio di come combinare elegantemente e armoniosamente passato e futuro, classico e contemporaneo, e tutto questo senza alcuna dissonanza visiva ed emotiva.

Qui invece non nasce quasi mai nulla di nuovo, tutto poggia sui valori del passato; che, d'altra parte, sono gli stessi che i turisti di tutto il mondo, prima che il mondo si fermasse a causa di questo covid, venivano a cercare qui a Firenze.
In ogni caso, io adoro questo posto e lo amo ogni anno sempre di più. Per quasi vent'anni ho vissuto dall'altra parte dell'Arno, cambiando continuamente appartamenti e zone, ma rimanendo sempre in Oltrarno.
Come ho aperto il mio studio?
Adesso non penso più alla reazione di chi trovava assurda la mia idea di aprire uno studio-laboratorio di calzature da uomo. Ma perchè mai l'idea della ragazza-calzolaia dovrebbe suscitare perplessità?
A me sono sempre piaciute le scarpe da uomo, ci giocavo già quando avevo tre anni.
I tacchi invece sono completamente distanti dai miei interessi. Siamo d'accordo, sono bellissimi, ma non ho neanche idea di come si indossino.

Quando venivamo in Italia per l'estate, da una zia che viveva sulla costa, scappavo sempre dalla spiaggia per sfuggire il sole che mal sopportavo e rifugiarmi sotto i portici davanti alle vetrine ombreggiate dei negozi. Ed I miei genitori sapevano sempre, immancabilmente, dove trovarmi: davanti alla vetrina di un negozio di calzature da uomo.
Uno delle cose che più amo del mio lavoro è comunicare con il cliente, ascoltarlo per capire cosa desideri veramente: è una persona nuova, sconosciuta che entra nel mio negozio per ordinare un paio di scarpe ed io devo identificare, in quel breve momento di comunicazione, che cosa dovrò ideare e realizzare per lui.

Non lavoro mai con schizzi o disegni, tutto esce dalla mia testa. Ecco perchè è importante per me fare le giuste domande al cliente, ascoltarlo ed osservare molto attentamente le fotografie o i disegni che mi porta. Tutto questo mi sarà indispensabile per materializzare ciò che è nella sua testa. E' un processo molto affascinante, a dir poco magico, da testa a testa.

Ho clienti completamente diversi che arrivano da tutte le parti del mondo. Ricchi e molto ricchi, aristocratici, bohémien, ma anche persone comuni che semplicemente desiderano indossare scarpe uniche. Ogni ordine ha la sua storia ed è unico e irripetibile.
Forse l'ordine più crazy che posso ricordare sono le due paia di stivali da safari africano che due clienti mi hanno chiesto di realizzare per indossarli sotto i loro stravaganti abiti da caccia. All'inizio pensavo che stessero scherzando, ma quando uno di loro è andato nei dettagli della richiesta, chiedendomi di usare la pelle più resistente ai graffi per i cespugli spinosi e gli animali feroci in cui sarebbero potuti incappare, è allora che ho capito che avrebbero davvero utilizzato questi stivali per andare a caccia nella savana. E dovevano essere ben aderenti ai polpacci, perché sicuramente avrebbero dovuto correre velocemente, chissà...forse per scappare dalle belve feroci!
Sono poi tornati più volte dai loro safari, con gli stivali completamente "uccisi" .
E tutte le volte è stato un grande piacere per me riportarli a nuova vita.
Ci vogliono fino a tre settimane per cucire un paio di scarpe. Realizzo uno o due paia di scarpe al mese ed i clienti aspettano dai tre ai sei mesi.

Quando vivevo a San Niccolò camminavo molto, lungo il fiume, per raggiungere il mio laboratorio in Borgo Ognissanti e per me questo tragitto era come un rituale che mi regalava la possibilità di vedere la bellezza dei luoghi fiorentini a me familiari con una forza sempre rinnovata. Adoro Firenze!
Collaboro raramente con qualcuno, sono troppo abituata a lavorare da sola , in compagnia di me stessa e delle mie idee. Ma è successo che l'anno scorso ho realizzato cinque paia di scarpe per la sfilata fiorentina di Dolce & Gabbana che si è tenuta a Firenze. Mi hanno scritto dall'ufficio di Pitti, chiedendomi se potevano lasciare il mio telefono al signor Dolce; ovviamente l'ho lasciato e mentre aspettavo una sua telefonata, un giorno me lo sono ritrovato a sorpresa nel mio laboratorio! Ha preferito incontrarmi per spiegarmi direttamente il suo progetto. Abbiamo parlato per una quarantina di minuti di modelli, materiali, dettagli. Una persona di incredibile energia, che mi ha lasciato dopo il nostro incontro una sensazione molto positiva.
Ma soprattutto ho conosciuto una persona che capisce subito chi ha davanti: mi ha infatti dato completa libertà, "nessun controllo e nessuna riunione" mi ha detto e mentre mi salutava con un grande sorriso le sue ultime parole sulla porta sono state: "Saskia, fai come vuoi ..."
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anotherflorence.it@gmail.com
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