Cristiano Franceschini
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Museo di Simbologia Massonica
A Firenze può capitare di scoprire musei che non sembrano neanche musei quando ci passi davanti. A me è successo tutte le volte che, in questi tre anni di mia vita fiorentina, ho percorso la via dell'Orto fino a quando, non molto tempo fa, mi è capitato di notare con una certa sorpresa un cartello che recita "Museo di simbologia massonica" ed incuriosito mi sono domandato prima di tutto che cosa fosse esattamente un museo massonico…E sono rimasto piacevolmente sorpreso quando, passando oltre un labrador che se ne stava sdraiato, indolente, davanti all'ingresso, mi sono infilato in questo salone un po' claustrofobico nella sua densità e varietà di oggetti: ben diecimila fra cimeli, porcellane, timbri, abiti, grembiuli ed uniformi, libri, immagini, fotografie, manufatti di uso simbolico e rituale e molto altro.
Ma la cosa più interessante è stata incontrare il fondatore del museo: la sua voce mi ha sempre accompagnato e guidato durante la mia visita mentre mi soffermavo sui tessuti, sulle uniformi e sulle fotografie, talvolta anche, inavvertitamente, sfiorando gli oggetti, perchè qui, in questo piccolo museo nato dall'iniziativa personale di un collezionista appassionato, ho provato un po' la sensazione che fosse quasi permesso entrare in una relazione anche tattile e non solo visiva con quanto esposto.

Quando andrai a trovare Cristiano Franceschini anche tu potrai ascoltare la storia di questo raro e prezioso museo direttamente da lui, l'ideatore, fondatore e direttore, lui stesso massone, del museo della massoneria di Firenze.
A lui la parola.
L'idea di aprire il museo è una conseguenza della mia mentalità da collezionista: ho iniziato fin da bambino a collezionare soldatini, poi sono passato alle moto da fuoristrada, alle medaglie, ai tabernacoli religiosi, agli elefantini…
Provenendo da una famiglia di tradizione massonica e garibaldina, molti oggetti erano già in casa. Mio nonno è entrato in massoneria nel 1919, il mio bisnonno era partito con Garibaldi già nel 1860 ed aveva poi partecipato alla presa di Roma nel 1870.
L'idea del museo è letteralmente esplosa nella mia testa quando mi sono reso conto che con la mia vastissima collezione avrei potuto aprire un museo per dare la possibilità alle persone, non solo ai fratelli massoni ma anche ai profani, di entrare in contatto con questo mondo attraverso oggetti provenienti da moltissimi luoghi diversi.
Avevo la disponibilità di questo ambiente che era di mia proprietà e questo voleva dire che avrei potuto realizzare il mio museo con le mie risorse, senza legami con nessuna delle varie obbedienze che esistono in Italia e con nessuna organizzazione politica o religiosa.

Ho aperto questo museo nove anni fa, nel 2012; in Italia è l'unica esposizione massonica a disposizione di tutti, ad orario definito, per tutto l'anno, da 9 anni.

Esiste un altro museo, a Compiano, in Val di Taro. Si trova sugli Appennini, all'interno di un castello ristrutturato da parte di un fratello che ha esposto i suoi oggetti all'interno di tre sale. Quando lo vidi la prima volta, mi sono detto: "ma con tutti gli oggetti che ho raccolto negli anni, posso realizzare anche io un museo e molto più grande!"
Prima del covid mi trovavo ad avere, sorprendentemente, moltissimi visitatori brasiliani. Poi ho scoperto che in Brasile esistono 150.000 appartenenti alla massoneria. Il mio primo mercato era quindi quello dei turisti brasiliani e così ho fatto subito tradurre l'opuscolo informativo in portoghese. Molti altri visitatori arrivano dalla Russia e dai paesi dell'ex Unione sovietica, come l'Ucraina e la Bielorussia. In Russia non esiste una massoneria o meglio è stata riaperta da poco, eppure nei russi c'è un interesse non indifferente verso la massoneria e non tanto da parte dei fratelli massoni ma piuttosto da parte dei profani. D’altra parte i Romanov erano i gran maestri della massoneria e che Rasputin stesso era un massone.

La massoneria speculativa nasce nel 1717 a Londra e nei decenni successivi si dirama in tutta Europa, attraverso le sue due linee principali, quella inglese e quella francese, la libera Muratoria di rito scozzese.
A Firenze la prima loggia massonica, la Loggia degli Inglesi, è nata nel 1731 ad opera appunto degli inglesi che da Firenze potevano, bene o male, avere un punto di osservazione discreto sulla Santa Sede che fin dagli esordi si era opposta alla formazione della massoneria.

Si hanno tracce di logge massoniche aperte qualche anno prima nel territorio italico, più precisamente a Napoli nel regno borbonico. E dopo la prima metà del '700 a Livorno, nel Granducato Toscano, vengono aperte altre logge.

Nel XIX secolo la massoneria si diffonde in Italia fondamentalmente attraverso due vie: quella militare, con gli eserciti (in primis quello napoleonico) e quella del commercio.
Con l'unità d'Italia nasce, a partire dall'unione delle obbedienze piemontesi, siciliane, fiorentine, la prima obbedienza nazionale, il Grande Oriente d'Italia.
All'inizio del '900 iniziano però ad esserci delle divisioni interne per problematiche ritualistiche, speculative e filosofiche e nasce, distaccandosi dal Grande Oriente d'Italia, la Gran Loggia d'Italia in piazza del Gesù a Roma.

Durante il fascismo la massoneria viene perseguitata dal regime e chiusa. Il Grande Oriente d'Italia viene poi riaperto con l'arrivo degli americani e nello stesso periodo altri piccoli gruppi che si erano separati precedentemente e che proprio per questo motivo erano riusciti a sfuggire alla persecuzione fascista ritornano ad operare.

Oggi ci sono molte organizzazioni che seguono rituali diversi,
alcune con una progressione più piccola di gradi, solo quattro, rispetto a quella tradizionale che arriva fino a trentatrè.
Sulla massoneria circolano spesso voci negative. C'è una forza mediatica spinta da chi ha l'intento di spostare l'attenzione delle masse sulla presenza di un nemico che può così fungere da capro espiatorio tutte le volte che le cose, a livello sociale, politico ed economico, non vanno bene. E questo non da oggi, ma da sempre.
La base della massoneria in realtà è il miglioramento dell'uomo e della società tramite lo studio dei simboli ed il passaggio iniziatico a diversi gradi. Il passaggio iniziatico è semplicemente il conferimento e la prova che quella persona che sta seguendo questo percorso è maturata fino a poter passare a conoscere quel che viene "lavorato" nel grado superiore e via di seguito fino ad arrivare all'ultimo grado. In questi gradi si studiano i simboli ma soprattutto si studia il sistema di lavoro per imparare ed interiorizzare il libero pensiero.

Lo scopo della massoneria in altri termini è spirituale. Normalmente chi si avvicina alla massoneria ha un interesse a sviluppare certi temi esoterici e spirituali; qualcun altro può invece avere finalità più pratiche, come per esempio l'organizzazione di società di beneficienza.
In America la massoneria, ma that's America, è più un social club rispetto a quella europea che ha invece una base più spirituale ed esoterica. Essere in massoneria per un americano è più una forma di qualificazione sociale, per intenderci, tant'è che il percorso per raggiungere il grado di Gran Maestro è molto più veloce ed inevitabilmente più superficiale.
Non potevo non domandare infine alla nostra guida del museo di raccontarci qualcosa del legame fra i Puffi e la massoneria.

"Peyo era un fumettista anglo-belga che ha inventato negli anni '50 i Puffi. Non era un massone, ma lui ha di fatto raccontato una società massonica: novantanove puffi come novantanove sono i gradi della massoneria, una puffetta ed una società anarchico socialista come di fatto è la società massonica. Nel mio caso io li ho adoperati per fare i plastici che trovate in questo museo; in ognuno di questi plastici ci sono simboli paragonabili a quelli in uso nella massoneria e rappresentazioni dei soggetti presenti nelle logge; attrezzi, martelli, cappelli e personaggi come architetti, geometri, oratori ed infine il Grande Puffo dal cappello rosso come metafora del Gran Maestro e Gargamella dalla veste nera come metafora del Non Iniziato".
Qualcun altro, aggiungo io, ha dato altre letture di questa società puffesca in cui come in un eden mitologico non circola denaro: come metafora della società comunista, più precisamente di una comunità egualitaria in cui tutti, vestiti allo stesso modo, lavorano cantando come ineccepibili stakanovisti e respingono con successo il capitalista Gargamella; ma anche come comunità esoterica di ispirazione magico-orientale in cui un Padre dal berretto frigio (quello utilizzato dagli adoratori del dio sole, nella regione Frigia in Asia Minore e dagli stessi Re Magi) guida i suoi adepti, anch'essi con lo stesso berretto sul capo, verso il raggiungimento della Saggezza/Sophia impersonata dalla puffetta.

Che dietro i Puffi ci sia il KGB? O qualche società iniziatica di stampo manicheo?

Chissà! "Noi puffi siam così noi Puffi siam così. Noi siamo Puffi blu, puffiamo su per giù due mele, poco più"
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