GIOVANNI
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Coffee Mantra
Sono davanti al Coffee Mantra, avvolto dal profumo fragrante del caffè. Mentre aspetto Giovanni osservo davanti a me una piccola fila di persone che desiderano concedersi dopo pranzo una bevanda corroborante: ci sono studenti della vicina facoltà di Architettura, lavoratori, impiegati in giacca e cravatta e qualche turista. Sorrido, sorpreso di trovare turisti con una guida spiegazzata fra le mani ai tempi di google.
Ho l'impressione che la fila per una tazza di caffè possa cancellare in un attimo le differenze fra le persone  - il caffè piace quasi a tutti - e mentre osservo nuovi clienti che si stanno mettendo in coda condivido questo mio pensiero con Giovanni. I suoi occhi ridono.
"Questo posto" esordisce "potrebbe chiamarsi caffetteria talebana".
L'ho aperta tre anni fa, quando mi sono reso conto che in Italia, paese che occupa uno dei primi posti al mondo per il consumo di caffè, non c'è una vera comprensione di come trattare i chicchi di caffè. La tostatura, la conservazione, la selezione del produttore, i punti più importanti e fondamentali, di solito non vengono presi in considerazione con la dovuta serietà. Ecco perchè dico che noi siamo come i "talebani" del caffè: facciamo il caffè esattamente come dovrebbe essere preparato.
Per gli italiani il caffè è la bevanda più sociale che ci sia. Gli italiani chiamano i loro amici per incontrarsi, chiacchierare e prendere un caffè, un'ottima scusa per uscire di casa.
È una specie di tripla alleanza, tra te, gli amici e il caffè dove all'inizio di tutto c'è l'amicizia, la relazione; per noi invece First Coffee. Il caffè è il primo motore che ti spinge a venire qua, il resto viene dopo.
But first coffee
Firenze è un simbolo del Rinascimento e questo vale non solo per la letteratura e le belle arti, ma anche per le meravigliose tradizioni culinarie della Toscana, per i suoi vini speciali che certo non hanno bisogno di essere presentati; e dopo tutto questo dovrebbe esserci posto anche per una tazzina di espresso aromatico. È come una nota finale; il caffè ha molto a che fare con il vino, il suo gusto dipende da un numero tale di fattori che ogni anno, dalle stesse piantagioni, si ottiene un caffè completamente diverso.
Questo angolo è la nostra benedizione, anche se ad essere sinceri, inizialmente volevamo aprire un caffè in periferia per essere più vicini ai fiorentini e più lontani dai turisti. Non c'era assolutamente alcun desiderio di immergersi in tutti questi fiumi di persone che scorrono senza fine in centro. Ma tutti gli spazi che guardavamo, per un motivo o per un altro, non ci andavano mai bene fino a quando poi non ci hanno offerto questo angolo fantastico che non potevamo rifiutare. È così che è iniziata la storia del Coffee Mantra.
Perché Mantra? Sì, per la nostra ossessione per il caffè, perché noi, come posseduti, ripetevamo sempre la stessa cosa, come un mantra, ed è così che abbiamo dato questo nome alla caffetteria.

Sono nato e cresciuto a Firenze, per me questa città è tutta la mia vita, tutti i miei ricordi sono legati a Firenze, all'Isolotto, dove sono nato, cresciuto e dove continuo a vivere con la mia famiglia. Vent'anni fa la mia zona dell'Isolotto era simile al Bronx, non era certo il luogo più sicuro. Ma negli anni molto è cambiato.
Puoi aprire un'attività in tutto il mondo, puoi viaggiare, ma l'inizio di tutto dovrebbe essere nella tua città, dove ci sono le tue radici. Preferisco restare a Firenze sfruttando tutte le opportunità che mi può offrire. In periferia c'è un rapporto completamente diverso tra il cliente ed il commerciante, in centro invece il cliente viene visto come una banconota da venti euro che cammina, senza un volto ed una sua storia.

Noi non siamo mai andati dietro al denaro perché per noi questa è sempre stata una passione che ha occupato ed occupa le nostre menti dalla mattina alla sera.

Non so come dirlo, ma questo posto esprime esattamente me stesso. Io e la mia famiglia vorremmo sempre restare a Firenze, qui è casa nostra.
Per suggerimenti, idee, pensieri e tutto quello che volete condividere potete scrivere a
anotherflorence.it@gmail.com
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